Finalmente è arrivato anche il divano nuovo nel mini salottino della mia mini casa. Un divano nuovo di pacca di simil-alcantara vellutata beige. Invidia eh!
Insomma, non fa in tempo ad arrivare a casa che avverto l'adolescente con un drastico monito:
non sederti mai con i jeans sul divano perché l'indaco non va via.
Un pomeriggio torno a casa e Richard è seduto sul divano a leggere un libro. E' in mutande, a torso nudo ma la temperatura è mite e non mi faccio tante domande.
Dopo qualche giorno, entrando, lo trovo con un amico a spippolare il cellulare. Sono entrambi seduti sul divano ed entrambi in mutande. Mi salutano brevemente e riprendono il loro importante lavoro di spippolamento. Vedo i loro pantaloni buttati in un angolo, mi chiedo il perché siano mezzi nudi e mi interrogo sulla nuova generazione senza pudore.
Un'altra manciata di giorni e rientrando da lavoro, mi si presenta davanti una scena da pubblicità di Dolce e Gabbana.
Quattro fusti in mutande, chi mezzo sdraiato e lascivo, chi sopra il bracciolo, chi svaccato, occupano il mio divano mentre giocano con la X Box a calcio.
I jeans che giacciono per terra, le scarpe da ginnastica sparse qua e là.
Sì che sono la madre di uno dei quattro ma questo quadretto a casa mia mi sconvolge un po'.
Non mi succede mica tutti i giorni...
In un primo momento mi batto la mano nella fronte ricordandomi la frase detta a mio figlio sui jeans e comprendo tutto questo nudismo degli ultimi tempi. In un secondo tragico momento si materializza la scena di uno di questi amici che torna a casa e racconta alla propria, che la madre di Richard, obbliga i ragazzi a mettersi in mutande sul divano.
Deglutisco.
La scena seguente è il campanello che suona con polizia e servizi sociali davanti la porta.
Il sipario si chiude con una madre trascinata in questura che urla: l'indaco non va via!
Merenda?
Oggi cecina.
Millemila nomi di questa preparazione, sparsi per tutta Italia. Farinata, calda-calda, torta di ceci, pane e torta, pane e panelle, cecina... si tratta della stessa semplice e banale (e squisita) ricetta, fatta con 3 ingredienti.
Detto questo, mi permetto di dire che dopo una giornata passata al mare (quando ero giovane bella e alta) nella zona dove la compravo io, si chiamava 5 e 5 per l'antica usanza di richiedere 5 lire di torta di ceci e 5 lire di pane.
Mo' son 5 euri.
In ogni caso ricordo che il signore che la vendeva, una volta era molto arrabbiato per via del fatto che durante un controllo sanitario, gli avevano intimato di cambiare i testi, le grandi teglie per cuocere la torta, perché datati e non più lindi. Mi spiego' che è proprio quello il segreto: più il grasso dell'olio ha intaccato la teglia, più la cecina riuscirà perché si staccherà bene e cuocerà come se fosse sopra una carta forno.
E lo ammetto, ho una teglietta che uso solo per la cecina e viene d'incanto. La teglia va pulita raschiandola bene con una paletta, sciacquata con acqua fredda e fatta asciugare. Stop.
Cecina in teglia 21 cm diametro
Dosi
80 g farina di ceci (io uso la Molino Rossetto)
240 g acqua di Livorno (va bene anche quella normale...)
1 cucchiaino raso di sale
3 cucchiai di olio EVO
olio
abbondante pepe
Le dosi sono per una teglia piccola ma la proporzione per eventuali altre misure è sempre di 1 parte di farina e 3 parti di acqua.
Preparazione
Setacciare la farina, aggiungere l'acqua il sale e l'olio. Mescolare velocemente con una frustina e lasciare riposare circa 3/4 ore, rimescolando di tanto in tanto. Oliare molto bene il fondo e i bordi di una teglia, versare il composto e cuocere a temperature caldissime (250° C) nella parte bassa del forno per circa 30 minuti o fino a che noni sarà formata una deliziosa crostini dorata. Mangiare calda, tiepida, fredda con una generosa macinata di pepe.
Dosi
80 g farina di ceci (io uso la Molino Rossetto)
240 g acqua di Livorno (va bene anche quella normale...)
1 cucchiaino raso di sale
3 cucchiai di olio EVO
olio
abbondante pepe
Le dosi sono per una teglia piccola ma la proporzione per eventuali altre misure è sempre di 1 parte di farina e 3 parti di acqua.
Preparazione
Setacciare la farina, aggiungere l'acqua il sale e l'olio. Mescolare velocemente con una frustina e lasciare riposare circa 3/4 ore, rimescolando di tanto in tanto. Oliare molto bene il fondo e i bordi di una teglia, versare il composto e cuocere a temperature caldissime (250° C) nella parte bassa del forno per circa 30 minuti o fino a che noni sarà formata una deliziosa crostini dorata. Mangiare calda, tiepida, fredda con una generosa macinata di pepe.
ahahahahahah
RispondiEliminaPotrei provare a intimare una cosa del genere a mio marito ma ho una visione raccapricciante dei suoi amici. Meglio lasciar perdere!
Mai mangiata la cecina vera.. vorrei partire con quello, prima di provare a rifarla. Intanto metto ad invecchiare una teglia ;)
Il racconto è esilarante. Devo provare la tua ricetta, mio marito va matto per la farinata (noi la chiamiamo così, ma dovrebbe essere questa) ed io non riesco mai a farla di suo gusto. Grazie!
RispondiEliminaBuonaaaa la farinata qui da me si chiama così !
RispondiEliminaIo la amo semplice o con lo stracchino mio figlio l adora con il pesto sopra , chi la fa con i bianchetti pesciolini piccoli piccoli bianchi chi farcisce la focaccia con la farinata ....
Qui è una specie di street food !!!
La tua è bellissima e poi accompagnata dal tuo racconto davvero divertente
ahahah, come si sono adattati in fretta i ragazzi!
RispondiEliminae non puoi proprio dire che tuo figlio non ti ascolta, anzi.
Troppo bella questa scena e ottima la farinata
buon fine settimana
Senti ma ... se avessero indossato delle mutande color indaco cosa sarebbe successo?!!
RispondiEliminaI tuoi post sono sempre unicamente esilaranti e poi quando fai le foto in cui ci sei anche tu mi sciolgo.
baci
Màdame
Mi mette sempre allegria leggerti!
RispondiEliminaLa farinata la facevo ( male) di già e non raccoglieva mai l'entusiasmo dei commensali, ora che ci hai svelato tutti i segreti sarà un successo!
Naty
Passare da te è sempre uno spasso!!! Non so come reagirebbe mio marito sulle scene di nudismo ma tra poco arriverà anche a noi il divano nuovo, candido come la neve e dovrò sentenziare sul problema di questo dannato indaco...
RispondiEliminaAnche a casa mia lo hanno sempre chiamato 5e5 o 10e10 quando il mio nonno voleva doppia dose!!
Leggerti fa bene al cuore! Le ricette a tutto. La tua ricetta la devo provare al più presto perchè quando la faccio il risultato non mi soddisfa mai.
RispondiEliminaDaniela
Caspita ma che figlio ubbidiente hai!
RispondiEliminaAverne....
passami una fetta di cecìna...che la adoro! ;)
Bacione e buon fine settimana
mamma che voglia, quando andavo a scuola la mangiavo dentro la focaccina!!!
RispondiEliminaL'ho fatta ieri, ottima! Grazie, Daniela
RispondiEliminaNon l'ho mai mangiata, ma mi ispira un sacco....chissà che prima o poi mi venga offerta!!!!
RispondiEliminaLa tua storia sul colore indaco mi ha rapita. Nella lunga lista di articoli mi attiravano tanti titoli ma ...penso di aver scelto bene !!
RispondiEliminaELisa.