Diciamocelo, la fotografia non è facile né tanto deduttiva.
Inoltre, sembra che le prime 10000 fotografie siano le peggiori. Lo diceva H. Cartier-Bresson e si riferiva ad una macchina analogica. Noi siamo fortunati, possiamo scattare anche 100 volte per ottenere una sola foto decente. Forse in qualche modo è peggiorato il nostro modo di imparare e sperimentare, sappiamo che c'è sempre una seconda possibilità , sappiamo che i nostri errori potranno essere tamponati. Nella fotografia come nella vita.
Se partissimo pero' dal pensiero che la foto deve uscire dalla macchina già ben fatta, o per lo meno, senza errori, le nostre probabilità di imparare, di crescere e di scattare una bella foto aumenterebbero.
Il primo spassionato consiglio è la lettura del manuale in dotazione con la fotocamera. Proprio alle prime pagine è indicato con un disegno come impugnare la reflex.
Sia che siate destrorsi o mancini, non ci sono varianti ma solo un modo: la mano destra preme il bottone di scatto, la sinistra sorregge la camera dal di sotto mentre ruota le ghiere dell'obiettivo.
La fotocamera non è un I-Phone.
Gli errori che proprio non si devono fare nel nostro lavoro sono:
- Foto mosse
- Messa a fuoco scorretta
- Sovra/sotto-esposte
- Taglio scorretto
- Linea di orizzonte storta
- Bilanciamento scorretto
- Uso dei pannelli/riflettori scorretta
A differenza della fotografia generica, street, ritratti e paesaggi, la food photography ci da la possibilità di scattare a soggetti non viventi e posizionati in un set deciso e preparato in anticipo, senza avere "l'ansia" della prontezza di scatto.
Questo ci permette di servirci in tutta tranquillità di un assistente che si chiama treppiede.
Il treppiede, oltre a semplificarci la vita, evita il mosso e micromosso, il primo degli errori mostruosi da abolire.
Insieme al treppiede, l'autoscatto o il telecomando sono un ottimo aiuto perché attenuano le vibrazioni date dalla pressione del dito sul bottone di scatto e minimizzano i rischi di micromosso.
Sotto, se fate attenzione al picciolo del pomodoro, nella prima foto sia ha un dettaglio poco rifinito, mentre nella seconda si ritrovano i dettagli (anche se purtroppo non al 100% a causa della risoluzione della piattaforma). Anche se a primo colpo d'occhio non è lampante, in realtà un micromosso puo' davvero influire sulla nitidezza generale dell'immagine.
Insieme al treppiede, l'autoscatto o il telecomando sono un ottimo aiuto perché attenuano le vibrazioni date dalla pressione del dito sul bottone di scatto e minimizzano i rischi di micromosso.
Sotto, se fate attenzione al picciolo del pomodoro, nella prima foto sia ha un dettaglio poco rifinito, mentre nella seconda si ritrovano i dettagli (anche se purtroppo non al 100% a causa della risoluzione della piattaforma). Anche se a primo colpo d'occhio non è lampante, in realtà un micromosso puo' davvero influire sulla nitidezza generale dell'immagine.
MESSA A FUOCO SCORRETTA
Quando prepariamo un set, guardiamolo a occhio nudo da diverse angolazioni e creiamoci delle inquadrature ideali. Una volta decisa la composizione, concentriamoci sul nostro sguardo e osserviamo dove il nostro occhio, in modo naturale, va a cadere. Quale parte colpirà la nostra attenzione, o su quale parte vogliamo che l'occhio dell'osservatore sia colpito?
E' proprio là che dobbiamo fare il nostro fuoco. Il fuoco ci deve essere forte e chiaro.
Uno dei problemi riscontrati tra le foto dei corsisti è lo spostare il fuoco naturale (quindi dove naturalmente andrebbe a cadere il nostro occhio), su un fuoco pilotato (quindi condurre in modo forzato l'occhio dell'osservatore in un punto magari più nascosto o nella parte posteriore del soggetto, tramite l'uso della messa a fuoco manuale).
Se pero' il diaframma è chiuso, la percezione dello sfocato è meno intensa rispetto ad un diaframma molto più aperto.
Nella foto sotto, ho chiuso il diaframma a f 5,6 e ho messo il fuoco sul pomodoro dietro a sinistra. La differenza è talmente lieve che il nostro occhio andrà di natura sul pomodoro centrale. lo vedrà fuori fuoco e quindi tutta la foto ne subirà le conseguenze nonostante le nostre buone intenzioni.
La soluzione è quindi quella di aprire il diaframma per creare una profondità ristretta e costringere l'occhio a osservare in primis il punto più a fuoco.
Di seguito si forma un'altra brutta abitudine: l'uso generosissimo di diaframmi molto aperti per ottenere molta sfocatura e molta luce. Se apriamo un diaframma a f 1,4 o f 1,8 pero', rischiamo di avere una profondità di campo talmente ristretta da far percepire all'occhio dell'osservatore una foto fuori fuoco. Per il cibo, in linea di massima, sarebbe meglio mantenersi sui f2/2,8 come apertura massima, fino ad arrivare ad un f4/5,6. Personalmente non ho mai superato un f 4, ma la scelta è soggettiva.
Uno dei problemi riscontrati tra le foto dei corsisti è lo spostare il fuoco naturale (quindi dove naturalmente andrebbe a cadere il nostro occhio), su un fuoco pilotato (quindi condurre in modo forzato l'occhio dell'osservatore in un punto magari più nascosto o nella parte posteriore del soggetto, tramite l'uso della messa a fuoco manuale).
Se pero' il diaframma è chiuso, la percezione dello sfocato è meno intensa rispetto ad un diaframma molto più aperto.
Nella foto sotto, ho chiuso il diaframma a f 5,6 e ho messo il fuoco sul pomodoro dietro a sinistra. La differenza è talmente lieve che il nostro occhio andrà di natura sul pomodoro centrale. lo vedrà fuori fuoco e quindi tutta la foto ne subirà le conseguenze nonostante le nostre buone intenzioni.
La soluzione è quindi quella di aprire il diaframma per creare una profondità ristretta e costringere l'occhio a osservare in primis il punto più a fuoco.
Di seguito si forma un'altra brutta abitudine: l'uso generosissimo di diaframmi molto aperti per ottenere molta sfocatura e molta luce. Se apriamo un diaframma a f 1,4 o f 1,8 pero', rischiamo di avere una profondità di campo talmente ristretta da far percepire all'occhio dell'osservatore una foto fuori fuoco. Per il cibo, in linea di massima, sarebbe meglio mantenersi sui f2/2,8 come apertura massima, fino ad arrivare ad un f4/5,6. Personalmente non ho mai superato un f 4, ma la scelta è soggettiva.
Quindi attenzione a spingersi troppo sull'apertura.
LINEA DI ORIZZONTE STORTA
Non succede solo per le fotografie di paesaggi, orizzonti marini e architetture; succede spessissimo anche nella foodphotography. E' un errore da evitare perché può davvero influenzare l'armonia dell'immagine. Oltre alla linea di orizzonte storta, un occhio dobbiamo darlo anche alle linee convergenti all'interno della foto, come le doghe di legno, venature particolari, righe e quadrettature nelle tovagliette. Tutto deve essere allineato o sistemato in modo che l'occhio possa ricevere una sensazione positiva e bilanciata.
TAGLIO SCORRETTO
Oltre alla giusta composizione e angolazione, uno dei particolari nella fotografia è il taglio. Intorno al soggetto deve circolare aria per l'occhio e certi tagli non ragionati, danno l'impressione di aver scattato di fretta.
Nelle foto sotto, abbiamo un taglio che rasenta il piatto, uno che rasenta il pomodoro di sinistra, uno che rasenta la parte bassa e l'ultima foto è decentrata come soggetto e completamente errata come taglio. Nell'ultima immagine, tagliando il soggetto principale a metà, si rischia di togliere armonia a causa dello sbilanciamento della composizione. L'ideale è tagliare il soggetto, mostrando 2/3 e nascondendo solo 1/3, come nella foto accanto.
FOTO SOVRAESPOSTE
La moda del momento vuole foto chiarissime, con bianchi paradisiaci e sfondi luminosi. Bisogna fare una netta distinzione pero' tra una foto di food chiara/bianca e una foto sovraesposta. La sovraesposizione è evidentissima nelle foto controluce dove cioè la fonte luminosa è di fronte all'obiettivo. In questo caso l'esposimetro della fotocamera, che non è perfetto, sarà ingannato da una zona chiarissima e una molto più scura. Se l'esposizione, l'uso dei pannelli o le impostazioni sono sbagliate, si otterrà una foto bruciata, ovvero all'interno dei pixel che il nostri occhi vedono bianchi, in realtà c'è assenza di informazione.
Nella foto sotto, senza curarmi dei pannelli riflettenti, forzando la luminosità aprendo il diaframma, alzando gli ISO oppure sovraesponendo di quasi 1 STOP, ho ottenuto una foto con un sfondo bianchissimo ma tecnicamente bruciato. Possiamo notare che la luce ha mangiato i margini del tavolo nello sfondo, ritagliandolo quasi come fosse un fotomontaggio.
L'ideale è scattare in raw con l'esposizione corretta per poi in fase di sviluppo, aumentare i mezzi toni o le luci, oppure come in questo caso, sollevare l'angolazione in modo da non avere la fonte di luce in linea con la lente.
FOTO SOTTOESPOSTE
Problema opposto ma diffusissimo è la sottoesposizione scambiata per foto dark-mood.
Di gran moda è la foto con un nero puro nello sfondo o comunque colori molto scuri e un soggetto che risalta in forma e colore e che emula nature morte poetiche e caravaggesche.
Anche in questo caso c'è una differenza abissale tra una foto caravaggesca dove il pomodoro spicca in tutto il suo rosso vivo e una dove la foto risulta piatta perché l'esposimetro era semplicemente sotto lo zero.
L'errore comune a molti corsisti è quello di scattare una foto alla luce, ben esposta e poi sviluppare il raw o peggio correggere il jpeg , sottoesponendo o abbassando le luci con i cursori. Altro metodo sbagliato è quello di scattare in penombra/buio. E' sicuramente possibile ma non per ottenere questo tipo di foto.
Il modo giusto è piegare la luce ai nostri desideri, facendola cadere nei punti strategici e giocare con i pannelli per bloccare la luce nelle zone che devono rimanere più scure.
Mia mamma dice " pane e cipolla, ma con la luce".
Ricordiamoci che non è un ritratto sexy vedo-non vedo o una foto artistica. E' una foto dove il cibo deve comunque rimanere protagonista e risaltare con i suoi propri colori.
Nella foto sotto di sinistra ho sottoesposto la foto per un effetto scuro: l'effetto scuro c'è ma purtroppo è anche sopra i pomodori che hanno perso vigore. Nella foto di destra ho bloccato la luce nello sfondo e usato i pannelli riflettenti nel davanti aumentando la vividezza del soggetto.
Il bilanciamento del bianco è la prima cosa che si fa quando si scatta in modalità manuale ed è indispensabile per correggere le dominanti di colore e rendere l'immagine il più possibile fedele alla realtà. Una fotocamera , a differenza del nostro occhio che si adegua ai cambiamenti , interpreta la luce in base alla sua temperatura. La temperatura del colore viene misurata in Kelvin e vanno impostati correttamente per bilanciare il bianco e di seguito gli altri colori.
In quasi tutte le macchine digitali esiste l'opzione per il bilanciamento che può essere automatico o predefinito e che ci aiuta a stabilire un bilanciamento corretto.
Oltre alla luce calda o fredda, uno dei motivi di una foto non bilanciata è un elemento vicino con una forte intensità di colore (tende rosse, pareti gialle, cucina rossa, mobili blu etc), purtroppo sono tutti fattori che influenzano una foto. Se scattate in raw il problema non si pone perché l'immagine conserverà tutte le info che sono arrivate al sensore e potranno essere sistemate in fase di sviluppo.
Se scattate in jpeg ci sono un paio di modi: il primo è quello di farsi aiutare dai predefiniti della macchina e scegliere attraverso lo schermo, quale è quello che più si avvicina alla temperatura di luce reale. Il secondo è servirsi di un cartoncino bianco o meglio ancora della grey card (un pannello grigio al 18%) e seguire le indicazioni sul manuale della vostra fotocamera per effettuare un bilanciamento personalizzato.
Nella foto di sinistra, l'immagine è bluastra, la temperatura troppo fredda, al contrario della foto di destra dove la temperatura è così calda da rendere la foto aranciata. Entrambe sono sbagliate.
USO SCORRETTO DEI PANNELLI/DIFFUSORI
Tra l'attrezzatura del nostro lavoro, non dovrebbe mancare un pannello diffusore e dei pannelli riflettenti. Il pannello diffusore serve per diffondere la luce e va posto tra la fonte di luce e il soggetto in modo da evitare il rischio di bruciature, perdita di dettagli o di ombre nette. I pannelli riflettenti servono per dare o togliere luce al soggetto e vanno posizionati dalla parte opposta alla fonte di luce e/o ai lati/davanti al soggetto.
Sono indispensabili anche per creare degli stili, gestire la luce e per evitare ombre nette o dure sempre sconsigliate nel cibo.
Nella foto di sinistra , il soggetto è controluce e non ho usato nessun tipo di pannello, mentre in quella di destra, ho sfruttato dei pannelli bianchi per convergere la luce verso il soggetto e illuminarlo.
Mi piacerebbe scendere nel dettaglio e spiegare in modo esaustivo l'uso del bilanciamento, dei pannelli e l'importanza dell'inquadratura, ma è difficile trovare così tanto tempo da dedicare a questi post. Se volete saperne di più o partecipare ai miei corsi, non esitate a contattarmi.
Nel frattempo, per chi fosse alle prime armi, consiglio vivamente di impararvi il manuale a memoria, osservare tantissimo le foto di cibo e scattare, scattare, scattare!
Santa Monique da Sion!
RispondiEliminaSei fantastica, bellissimo leggerti ma soprattutto aver avuto la fortuna di seguire i tuoi corsi che consiglio a tutti, sia a chi è alle prime armi sia ai più esperti, c'è sempre da imparare in un ambiente amichevole e al tempo stesso professionale, un'esperienza per me indimenticabile! Grazie Monique!
Monique, tu già sai cosa penso . . . sei er mejo!!!!
RispondiEliminaCara Monique, dì la verità...questo post l'hai fatto per me, perché nelle foto ho ancora un sacco da imparare, vero? :) Scherzi a parte, lo trovo utilissimo e cercherò di seguire queste linee guida, oltre ad organizzarmi prossimamente, per venire a frequentare un tuo corso...Ad ogni modo grazie, questo rivela grande generosità. Un abbraccio, Ale
RispondiEliminaColpita e affondata! Le mie foto sono piene di tutti gli sbagli che hai nominato. Il mio problema è che quando guardo le foto in piccolino sul display mi sembrano a fuoco (anche se le "zoomo"), poi quando vado a svilupparle e le vedo in grande sul monitor mi accorgo di tutti i difetti e dopo è troppo tardi. Perchè faccio le cose in tempi diversi perchè sono molto lenta.
RispondiEliminaGrazie per le lezioni, la prossima volta il tuo corso non me lo perdo!
Ciao Monique, buona giornata.
Monique e chi ti può ringraziare!Stampo,pinno,imparo a memoria e soprattutto continua!
RispondiEliminaBaci
Grazie...come sempre <3
RispondiEliminaGrazie!! super interessante!!
RispondiEliminagrazie anche per la lezione di oggi! dovrò studiare un punto alla volta perché questi errori più o meno mi appartengono tutti purtroppo :(
RispondiEliminaa presto e buon fine settimana!
ti adoro, lo sai vero?
RispondiElimina...sempre la migliore !!!! Grande Monique
RispondiEliminaUn ripasso del corso non fa mei male!
RispondiEliminaGrazie Monique per tutte le informazioni sempre molto utili soprattutto per chi, come me, ama le foto scure e non facili ;)
RispondiEliminaHo letto con interesse tutto il post. Ho capito che posso solo migliorare. Grazie e complimenti
RispondiEliminasempre mitica monique, leggo, stampo, studio, grazie!
RispondiEliminaPrima di tutto: grazie! La chiarezza nella spiegazione è dono raro. E mi dà la motivazione per continuare piano piano a migliorare. Un grandissimo bacio :-)))
RispondiEliminaSpiegazioni semplici ma ricche di spunti. Grazie Monique !!!
RispondiEliminaDa stampare e rileggere priman di ogni set!mannaggia !
RispondiEliminaGrazie mille
Bellissime queste tue lectio magistralis!!
RispondiEliminaIo scalpito, mi sento come quando all'università andavo ad ascoltare le lezioni dei miei architetti preferiti e dall'emozione non ci dormivo la notte! Sono sicura che saranno giornate meravigliose ...
Un unico appunto: ma l'orologio del tuo blog funziona bene? buaahahahaha
Veramente da manuale. Io mi tiro fuori faccio a malapena qualche scatto in vacanza alla meno peggio e non ho mai acquistato macchine tecnologicamente professionali. Mi figli si, lei era anche fotografa professionista ma se tu pensi che lei mia abbia dato qualche dritta....manco per niente :( :( sul tipo ...arrangiati. Beh fa niente tanto fra tantissime cose che faccio informatica, programmi, ricami, pittura stoffa e tela questo posso anche lasciarlo perdere.
RispondiEliminaPero...però io salvo le tue istruzioni in cartaceo non si sa mai....
Grazie e buona fine settimana.
aspetto con fiducia che torni a Roma.......sono fiduciosa io!!! :D
RispondiEliminaGrazie infinite per questo post pieno di consigli preziosi! Cercherò di metterli in pratica per migliorare. Mi metto in coda nel caso organizzassi un corso su Roma. Intanto grazie ancora
RispondiEliminaBellissimo post, molto molto utile. Non vedo l'ora che arrivi aprile per partecipare al corso. Grazie ancora.
RispondiEliminaussignore, non me ne manca uno!
RispondiEliminaRiflettevo su due cose: la prima. Sono tutte cose che so...ma ne sbaglio 3 su 5. Seconda. N'è normale che sobbelle pure le foto dove fai vede gli errori...no? Ps. Ho scoperto qual è l'unico scopo che hanno per te i limoni 😝
RispondiEliminaMonique cara sei mitica! Sto colmando la tristezza per non essere riuscita a rientrare nella classe di Bologna per un soffio scattando, osservando e leggendo a più non posso (sta per arrivarmi Plate to Pixel!). Ma nulla potrà colmarla del tutto, spero ci sarà presto un'altra occasione! Un abbraccio ;)
RispondiEliminaGrazie millemila per questo post: letto tutto d'un fiato e capito forse per un quarto! Scherzi a parte, parla un'imbranata che ha capito si è no da che parte si accende la reflex (ma sapevo come si tiene in mano, giuro!!!), scatta ancora in manuale (orrore!) ma ha una voglia pazzesca di imparare, imparare, imparare :-)) Spero un giorno di riuscire a partecipare ai tuoi corsi, tempo e distanze permettendo...me lo terresti un posticino? ;-)
RispondiEliminaCosa dire...attendo il 12
RispondiEliminaBellissimo questo post Monique! Quante cose da imparare...e quanto sono imbranata io!! Grazie per aver condiviso i tuoi preziosi consigli, di cui farò tesoro :) Un abbraccio, Mary
RispondiEliminaA questo punto non vedo l'ora di sentirli dal vivo questi consigli! !! :-)
RispondiEliminaun post bellissimo e utile! sei indubbiamente brava e dotata! Io vado a fattore C ahimè.... ma pian pianino qualcosina la imparo.. ma moooolto piano, grazie!
RispondiEliminaCiao Monique io sono una principiante in tema di foto e ho trovato utilissimo il tuo post. Mi piacerebbe molto partecipare ad uno dei tuoi corsi, spero che ne avrò prima o poi la possibilità. Intanto leggo e cerco di imparare. Ciao!
RispondiEliminaChiarissima come sempre. Sembra facile!!! Ma grazie!
RispondiElimina