martedì 17 marzo 2015

Flapjack gianduia



No, nemmeno questa è una ricetta light, non vi fate confondere dal fatto che sono barrette con avena perché è una bugia: è crema di gianduia nascosta bene tra i cereali.
'Na bomba calorica.
Il flapjake è un dolcetto inglese fatto da fiocchi d'avena, l'immancabile golden syrup e burro. Oggi lo propongo senza golden syrup che tanto non è sempre reperibile ma con l'aggiunta di crema nocciolata e nocciole tritate. 
Addio original flapjack.
Questa versione nasconde pure una doppia goduriosa faccia.
Una volta tagliati a cubotti o rettangolotti (oddio ma come parlo?!), potete prenderli a martellate (anche meno) per ottenere una granola interessantissima che versata e mescolata allo yogurt potrebbe anche cambiarvi la giornata.
Do it, now.
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venerdì 27 febbraio 2015

Treccine cardamomo e cannella e...reparto profumeria


Mi aggiro nel reparto profumeria tra creme e sieri in cerca di qualcosa che possa davvero farmi ringiovanire di 6/7 anni. Facciamo 10 e non se ne parla più.
Colori vivaci, tenui, creme innovative al botulino, creme naturali alle erbe, l'imbarazzo della scelta. E mentre son là beata che cerco di farmi convincere, eccola, si avvicina la Signorina Massima Esperta del Reparto. Giovane e bella quanto basta a farti venire un groppo alla gola. Bionda naturale, viso trasparente leggermente assomigliante ad un cavallo.
-"Posso esserle utile?"
-"Sto cercando una crema magica...!"
-"Ehh Signora, la magia non esiste!"
Partiamo male signorina Cavallo: intanto "Signora " lo va a dire a qualcun'altro. Poi, sei commessa, sei pagata per vendere illusioni, per illudermi che ho necessità del prodotto, che devo comprarlo perché è conveniente, utile e magico. Fallo il tuo lavoro, no?
-"Beh - fa la cavalla - ad esempio c'è questa crema al collagene di babbuino nano che è l'ideale per le palpebre calanti"
-"Palpebre calanti? Ma lo vedrà da sola, non ho mica gli occhi asiatici..."
-"Ehm, sì, no, cioè intendevo calanti nel senso che cadono per via del cedimento, sa alla sua età è normale..."
Ma a questa chi ce l'ha mandata?
Butto in una frazione di secondo, l'occhio sul cartellino appuntato al petto. Leggo
Camilla Lacavalla (nome di fantasia) 
e penso di scrivere una mail all'azienda per far licenziare 'sta giumenta.
Ma la diplomazia è sempre stata una mia virtù e stringendo i denti prendo dalle sue mani la cremina per palpebre flosce. Nella confezione, la descrizione promette una riduzione netta del 40% di rughe, zampe di gallina di orso e di panda del Bengala. Dona lucentezza grazie al sistema innovativo creato dalla NASA (che non hanno niente da fare là) e una pelle liscia come il popò di un bebè.
Mi sto convincendo proprio come quando mi son convinta a comprare la super crema anticellulite e ho scoperto solo dopo averci speso la mamma che funziona solo affiancata a 45 minuti di cyclette veloce, 15 di squat e 2 serie da 50 di flessioni carpiate.
Grazie al cà.
-"Beh, se è veramente così buona la prendo...vediamo se possiamo far qualcosa per queste palpebre che fanno come il Titanic!"
Un punto interrogativo si disegna sul muso equino. Sta a vedere che le devo pure spiegare la battuta.
-"Come il Titanic, cioè colano  a picco, come il traslatantico, sa...quello del film, andai pure a vederlo quando uscì al cinema..."
-"Ahhhh, scusi! E' che io quando è uscito, non ero ancora nata..." nitrisce la ragazza.
E dopo questa perla, la parola cavalla come offesa non mi soddisfa più: mando la mia diplomazia al bar a prendersi un caffé e i miei pensieri creano epiteti più aderenti alla sua figura.
"Grazie dei suoi consigli, ci penso e ripasserò."
La guardo andar via, i capelli fluenti profumati di giovine beltà ondeggiano ai movimenti del corpo perfetto. Braccia sode, pancia piatta, le uniche borse che conosce sono quelle di Vuitton, gambe esili e scattanti e caviglie fini.
Eppure, non ditelo a nessuno ma io  una mezza cipolla all' alluce mi è parsa di vederla. Beh alla sua età, galoppare tutto il giorno sugli zoccoli...
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venerdì 20 febbraio 2015

Brioches semplici e...assistenza reflex



Nella mia libreria i libri sono ordinati secondo l'autore o la casa editrice. I props per le foto sono ordinati in mensole a seconda del materiale: vetro e vasetti con bicchieri, bricchi  e piatti con tazze, tovaglioli con nastri e decorazioni. In cucina le spezie sono divise per colore e uso. Nell'armadio, le giacche sono ordinate per spessore e calore.
Ordinatissima e maniacale la Signorina No.
In realtà sfogo tutto il disordine sulla tecnologia.
Tra i tasti del mio computer potete trovare semi di sesamo e prezzemolo essiccato.
In macchina c'è più o meno tutto quello che non dovrebbe esserci. Non posso fare la lista perché la ignoro anche io.
Posso mai avere una reflex linda?
Porto la fotocamera per la pulizia approfondita, il tipo la prende in mano, la esamina, inforca gli occhiali e esclama:
-"Beh, in effetti ha raccolto un po' di sabbia...fa foto al mare?"
-"Ehm, no, scatto spesso in casa a dir la verità."
-"Ah, strano, c'è una polvere molto spessa per essere semplice polvere."
Leva gli occhiali e inforca la lente oculare.
Faccia stralunata e perplessa.
-"Scusi ma lei la macchina la copre, la tiene al riparo? Qui c'è polvere..bianca! Ma cos'è?Sembra fari..."
-"Coca! E' coca, cocaina, sà, c'ho il vizietto..."
Vi assicuro che c'erano meno problemi a dire che sono una tossica che non una food blogger.
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giovedì 5 febbraio 2015

Granola alle mandorle


Son partita con il massimo della volontà: fare una ricetta presa dal bel libro What Katie Eat, che il mio socio in affari Luca, mi ha offerto durante uno dei nostri corsi di food photography (piccolo spazio pubblicità).
Eppure, anche con l'intenzione di seguire alla lettera la sua ricetta di granola, avevo voglia di correggerla, sistemarla, variarla fino a che mi son resa conto che tra la sua e la mia è rimasto solo un ingrediente in comune: Luca.
Intanto parliamo di granola: ma cos'è? Chi la vede pensa al muesli, ma tra i due c'è una differenza sostanziale.
Il muesli è l'insieme di cereali, frutta secca, semi e si usano a crudo per le colazioni con latte, yogurt e frutta fresca.
La granola è l'insieme di questi cereali e frutta secca, uniti in scaglie più o meno piccole, grazie al collante di miele, sciroppo o zucchero.
E' più croccante e golosa del muesli, la si usa nella stessa maniera ed è proposta in una infinità di varianti.
Io ho messo le mandorle come ingrediente padrone, ma ci ho provato anche con le noci pecan e i frutti esotici essiccati.
La ricetta che vi propongo è da leggere e cambiare a vostro piacimento: levate le mandorle, mettete le nocciole, aumentate l'avena, diminuite il riso soffiato, insomma tra la mia e la vostra deve rimanere solo un ingrediente in comune: Monique.
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lunedì 12 gennaio 2015

Maritozzi alla panna e...marit(tozzi)


L'ultimo anno delle superiori è stato caratterizzato da Sabati mattina nel bar di fronte alla scuola, per l'agognato e meritato maritozzo. Era una colazione che non conoscevo prima e che ho adorato da subito. Sono stata colpita prima dal nome originale e poi dalla dolcezza della brioche, molto diversa dal classico cornetto che avevo avuto modo di assaggiare.
Credo che nei sabati con interrogazione a tappeto, mi sono anche concessa il bis. Una volta diplomata il maritozzo è sparito dai miei sabati, dalle mie colazioni e dalla mia vista. 
Pochi giorni fa, mio figlio ormai in partenza verso il simpatico e solare mondo dell'adolescenza, entra a casa ciondolante, lamentandosi ad ogni movimento:
-"Mamma sto malissimo, avrò la febbre a 40°, ho l'ebola, sto morendo"
Tocco la fronte, lievemente calda. Lo sdraio sul letto, lo devo svestire, muovere, consolare. E' un cataclisma, la voce e l'intonazione sono quelle di un morente in attesa dell'estrema unzione. 
Gli misuro la febbre: il termometro si sforza di arrivare a 37,1.
Tzé, uomini.
'Nnaggia a loro.
Si addormenta in 15 secondi netti, rimango in silenzio a pensare che tra poco sarà un vero uomo e poi, probabile, un marito, il classico marito che a 37° di febbre fa chiamare il prete. 
Marito...maritozzo...chissà se è tanto difficile la ricetta mi chiedo passando da mode: mamma a mode: foodblogger. Ne trovo una, l'unica che non esagera con l'uovo né con quantità Montersiniane. Il silenzio ambulatoriale e il fatto che in casa, per destino, avessi tutti gli ingredienti, mi ha fatto scattare dalla sedia e iniziare l'impasto per la brioche. 
E mentre il futuro marito(zzo) di qualche (s)fortunata giovane moglie se la dormiva, io alle 23 spaccate avevo bello che farcito, un leggerissimo dolce romano, il ricordo di un bel sabato senza interrogazione, il peso piuma delle brioche e il peso morto sulle cosce.
Tzé, maritozzi.
'Nnaggia a loro.
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lunedì 27 ottobre 2014

Bread&Butter Pudding


Il Bread&Butter Pudding è una preparazione d'origine inglese, fatta con pane spalmato di burro, ammorbidito con uova e latte (o panna) e con l'aggiunta di uva sultanina. Naturalmente vien da sé che ne esistono numerose varianti. 

Il pane può essere da tramezzino ma anche quello di semola o briosciato. E al posto dell'uvetta, spesso ho visto cranberris, raspberries e via dicendo.
Io vi propongo la ricetta di mia zia, che ho regolarmente stravolto, cambiando giusto qualcosina. In realtà il mio consiglio è proprio quello di cambiare, di provare le altre versioni, o altre forme, tenendo però l'essenza di vaniglia come ingrediente che non deve mancare e la cannella che trasforma ogni pietanza in comfort food.



 Giusto una nota: queste dosi sono adatte ad una teglietta 20x15 che non è obbligatorio avere, basterà prendere tante fette di pane, quante ne entrano in modo compatto nella vostra teglia. Idem per le dosi di uova/latte.

3 fette di pancarrè tipo americano
una manciata di uvetta
250 ml latte
2 uova
1 cucchiaino colmo di cannella
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
zucchero di canna
sale
burro ammorbidito

Imburrare la teglia (la mia è 20x15cm).
Tagliare in 4 le fette di pane , imburrarle e cospargerle ad una a una di zucchero. Sistemarle nella teglia.
Battere leggermente le uova, unire il latte, la vaniglia, la cannella e un pizzico di sale. Mescolare e versare sulle fette di pane, cercando di bagnare anche le punte. Cospargere con altro zucchero e con l'uvetta ammollata in acqua tiepida per 10 minuti e strizzata.
Lasciare riposare per 30minuti e poi infornare per 30/40minuti o fino a doratura a 170°.



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venerdì 24 ottobre 2014

Crêpes alla birra e...il colpo della strega


Fino a 30 anni, baldorie, festini di cioccolata burro e arachidi, notti bianche e l'unico sport che facevo erano le scale del pub.
Ora che ne ho 35 (compiuti 6 anni fa), quando mi trovo davanti i 4 scalini del pub mi dico:
-"Ma mica la voglio veramente 'sta birretta... e ripensandoci, oggi è Sabato, c'è la De Filippi, in TV."
Piccole cose che cambiano. Piccoli acciacchi, piccoli cambiamenti fisici.
Mi guardo l'ombelico.
Prima era bello, sano, un punto esclamativo nella pancia.
Era a forma di "oooooo". Tondo caruccio.
Ora è a forma di "mmmmmm". Schiacciato, depresso.
A 35 anni + 6, ecco che il mio corpo inizia a collezionare tutta una serie di parole come sciatica, bruciore di stomaco, dimenticanze, nevralgie e colpo della strega.
A me sta cosa mi ha sempre fatto ridere: perché della strega?
E ve lo dico io perché.

Lavoro tranquillamente in boutique, quando entra una coppia. Marito un po' annoiato e moglie entusiasta della nuova collezione invernale.
Non perde tempo, acchiappa un paio di abiti e se li porta in camerino.
Nel frattempo, qualcosa, qualcuno, un colpo di vento, una mano fantasma, una strega, fa dondolare da una gruccia un cardigan che cade a terra.
Solertissima, faccio un balzo e mi chino forse con troppa enfasi, forse inclinando l'asse naturale del corpo, forse dando troppo colpo di coda tant'è che là rimango.
Una freccia si è infilzata nella parte bassa della schiena. Un punto poco definito ma un dolore lancinante.
Ahi ahi ahi, non posso fare a meno di lamentarmi, tenendomi con la mano sulla barra degli abiti.
Non riesco più a riacquistare la posizione eretta.
Bloccata in due.
Il gentilissimo signore, in un attimo, si avvicina preoccupato.
Proprio nello stesso attimo nel quale la moglie esce sorridente dalla cabina.
Nel suo viso scende un velo scuro.
Quello che si presenta davanti ai suoi occhi è una scena raccapricciante.
La commessa piegata a 90 gradi, con le mani ben saldate alla barra e suo marito poco dietro che le tiene con una mano la spalla e con l'altra la schiena.
Amore, non è come pensi.
Colpa della strega,
Colpo della strega.
Mi è preso a me, la salute in persona, la faccia del benessere. Io, che non ho mai avuto malanni, che mi mangiavo anche i sassi, che potevo dormire per terra, che potevo andare a letto con i capelli bagnati, che potevo dormire 3 ore a notte e poi andare a lavorare.
Ora si è messa pure lei di mezzo.
La strega.
E quando sei là che ululi di dolore, non pensi a dire "strega" ma "maremma-maiala-impestata" e capisci che forse il termine è poco medico e che strega è solo la parola più comune che hanno trovato per esprimere un dolore paralizzante e anche una posizione davvero poco ortodossa.

La birra l'ho comprata al super e ci ho fatto le crêpes
Che ho mangiato distesa sul divano. 
Guardando la De Filippa.

Facilissime dai.
Circa 8 crêpes

3 uova
200 g farina
400 ml birra senza alcool
vergeoise scura (o zucchero muscovado)

In una ciotola, battete le uova con una frustina. Aggiungete la farina e mescolate. Diluite a poco a poco con la birra, continuando a mescolare. Lasciate riposare  per 1 ora al fresco.
Riscaldate un padellino da crêpes. Con un mestolo versate un po' di composto e lasciar cuocere per circa 2 minuti da tutte e due le parti. Servire calde cosparse di vergeoise o zucchero muscovado.


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lunedì 4 agosto 2014

Suisse Birchermuesli



Riprendo dolcemente il mio blog. 
Dopo 2 mesi di chiusura forzata da crisi di autostima e perfezionismo deleterio, esco dal letargo e ricomincio dall'inizio.
Anche con le ricette. 
Il Birchermuesli, per gli svizzeri semplicemente bircher (pron: birscer), è un ottimo modo per iniziare la giornata, per continuarla o per finirla. E' una preparazione ideata dal Signor Bircher-Benner, un nutrizionista di Zurigo, cento anni fa or sono. Alla base di questa preparazione ci sono i fiocchi d'avena, la frutta fresca, quella secca, il latte condensato e le mele. Secondo il Signor Bircher, erano proprio le mele con la buccia a essere l'ingrediente più importante. Negli ultimi decenni, il Bircher è uscito dalla regione elvetica e ha fatto il giro del mondo, divenendo un buon compromesso tra alimentazione sana e colazione gustosa. Credo di avere in questo momento almeno 6 pacchi di fiocchi d'avena e 3 tubetti di latte condensato. Questo vi fa dedurre che io ne sia un'assidua consumatrice. 
Fu una delle prime ricette proposte sul mio blog 3 anni fa. 
Zero visite. 
Riapro il blog, riproponendovi questa "pappina" come la chiamano i miei amici, sperando di allargare il giro dei sostenitori "Bircher".
Fatemi sapere.

Ricetta classica originale

4 cucchiai grandi di fiocchi d'avena
8/10 cucchiai di latte intero
2 cucchiaini di succo di limone
1/2 cucchiaio di latte condensato
1/2 mela verde
yogurt
frutta secca (nocciole, noci, mandorle...)
semi (sesamo, semi di girasole, semi di lino...)
frutta fresca di stagione (fragole, lamponi, mirtilli ma anche banana,pere...sconsigliati kiwi e ananas)

In una ciotola versare l'avena e ricoprire con il latte, aggiungere il succo del limone, il latte concentrato. Coprire e far riposare al fresco (in frigo d'estate) per 8/9 ore. Il tempo è relativo, l'importante è che l'avena abbia assorbito tutto il latte e si sia gonfiata. Io lo preparo la sera prima di andare al letto se lo voglio la mattina a colazione e in mattinata se lo voglio per cena. Una volta assorbito, assaggiare e aggiungere altro latte condensato  a seconda dei gusti. Unire lo yogurt a cucchiaiate fino ad ottenere una pappina soda ma cremosa. Unire la famosa mela grattugiata, la frutta secca i semi e la frutta fresca.
Alcune volte viene aggiunta anche la crema a chantilly (panna montata con zucchero a velo) per farne un dessert.



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