domenica 10 gennaio 2016

Poulet à la crème de moutard


"Spero che in questo nuovo anno che sta per cominciare facciate degli errori. Perché se fate errori, state facendo cose nuove, tentando cose nuove, imparando, vivendo, sfidando voi stessi, cambiando voi stessi, cambiando il vostro mondo. 
State facendo cose che non avete mai fatto e, soprattutto, state facendo qualcosa. 
Non rimanete bloccati. Non fermatevi. Non preoccupatevi se non è abbastanza o se non è perfetto, qualunque cosa sia: arte o amore o lavoro o famiglia o vita.
Qualunque sia la cosa che vi spaventa. Fatela.
Fate i vostri errori. Il prossimo anno. E sempre."
Neil Gaiman


Il nuovo, brillante "Taste" è appena uscito, ancora caldo delle nostre mani infarinate e dei nostri cuori sempre entusiasti. E' un Taste&More che ancora una volta vi propone il meglio: 
il thè e il suo culto, con ricette dolci e salate
Il bistrot e il suo charme, dove troverete una mia ricetta che è lontana dalla tradizione italiana ma che vi sorprenderà.
Panzerotti e canederli in tutte le salse, i colori delle spezie, e golosissimi waffel.
Ci abbiamo messo tanto "Taste" per voi, ci abbiamo messo la passione nata da tanti errori, quelli che ci accompagneranno sempre per migliorarci, per essere sempre all'altezza delle vostre aspettative, quelli che ci rendono "More".




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venerdì 26 giugno 2015

Peperoni ripieni


A quarantadue anni suonatissimi, mi sono riscoperta intollerante ai latticini. Sono intollerante alla proteina del latte e questo fa di me una donna senza futuro.
Eliminato lo yogurt la mattina, il bicchiere di latte freddissimo la sera, eliminato lo yogurt drink a merenda, stop con la pasta al gorgonzola, risotto al parmigiano, pane e stracchino, basta con cioccolato al latte, panino con scamorza, asiago e  miele, mozzarella e pomodoro.
La signorina NO che non mangia quasi niente, si ritrova a mangiare il niente.
Per il momento i miei segnali sono di spossatezza, ghiandole incazzate e rincoglionimento generale (che forse non è dato al 100% dall'intolleranza).
Da bambina ho mangiato frutta non lavata, uova non pastorizzate,  fichi presi dall'albero e trangugiati con la buccia. Quante volte ho avuto le mani sporche e me le son messe in bocca? Quante volte ho accarezzato cagnolini di passaggio senza poi usare il gel disinfettante, o mangiato le more del bosco senza usare l'Amuchina?
E ora, a 42 anni, sono intollerante al latte?
Ma stiamo scherzando? No, non l'accetto e se dico di no, è no.
Ho deciso di auto-sottopormi ad una cura al contrario, una terapia dell'avversione, una sorta di Cura di Ludovico, dove per guarire dall'intolleranza, mi auto-somministrero' racchette, fondu e latte condensato mattina e sera. 
E vediamo chi è il capo qui!
Starò male, ma col caglio che smetto di mangiare latticini!

Se non dovesse funzionare, vi ho voluto tanto bene.



Questa ricetta è di mamma. Lei ci mette anche le acciughe, io invece le ho eliminate e ho aggiunto la menta. Me li faceva spesso e io me li portavo per il pranzo al lavoro dove li gustavo con voluttà ed ogni volta erano diversi perché mamma, come molte altre, non usava dosi precise ma andava un po' ad occhio. Sarebbe stata una cattiva foodblogger!





Per 4 persone

4 peperoni Corno di bue
100 g pangrattato
100 g olive nere
80 g parmigiano o pecorino
capperi
1 mazzetto di prezzemolo
1 mazzetto di basilico
1 mazzetto di menta
pinoli
sale, pepe, olio

Procedimento
Lavare e asciugare i peperoni. Tagliare la calotta e pulire l'interno togliendo tutti i semi. Far tostare il pangrattato. Tritare le olive, il basilico, il prezzemolo e la menta e riuniteli in una ciotola. Aggiungere il pangrattato tostato, i pinoli, i capperi, il formaggio grattugiato e aggiungete olio a filo fino ad ottenere un composto un po' umido. Salare leggermente e pepare. Riempire i peperoni con un cucchiaino premendo per far arrivare la farcia fino in fondo. Disporre i peperoni su carta da forno, rimettere la calotta fissandola con un paio di stecchini: durante la cottura il peperone si ammorbidisce schiacciandosi. Mettendo la calotta, si eviterà che il ripieno tenda ad uscire. Oliare e infornare a 180° per 30 minuti circa (dipende dalla grandezza del peperone). Se il peperone dovesse annerirsi, coprirlo con carta stagnola e continuare la cottura. Far raffreddare qualche minuto prima di servire.
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martedì 16 giugno 2015

Scrigni di pollo con feta e origano



Non mangio molta carne, rasento il vegetarianesimo ma il pollo è una di quelle cose che faccio mensilmente dando sfogo alla mia creatività. Lo faccio farcito a fagottini, involtini, tasche ripiene, girelle. 
Con questi scrigni andiamo in Grecia: sono ripieni di buonissima feta, formaggio tipico della terra ellenica, fatto con latte e caglio di pecora e lasciato in salamoia. Leggermente salato, bianchissimo, acidulo, conosciuto il tutto il mondo e usatissimo in tante ricette estive.
Il nome feta, significa fetta, per il taglio che viene fatto quando lo si ripone nei barili di salamoia.
A me piace tantissimo con olio e origano e da oggi anche come ripieno con il pollo.


Per 4 persone

4 filetti di pollo
100 g feta
1 scalogno
origano
capperi
burro, sale, pepe
erette aromatiche tritate

Battete le fettine con un batticarne per renderle più sottili. In una ciotola, sbriciolate la feta, unite l'origano essiccato, un filo d'olio, un pizzico di sale  a seconda della sapidità del formaggio e pepe. Mescolate. Riempite le fette con il condimento formando delle tasche e chiudete con degli stecchini.
Tritate e rosolate lo scalogno in un po' d'olio, fino a che non sarà morbido. Unite il pollo farcito e fate cuocere da ogni lato, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua (o di vino bianco). A fine cottura, togliete gli stecchini, unite un po' di burro per farli colorire, aggiungete le spezie tritate e i capperi. servite gli scrigni caldissimi accompagnati da un'insalatina.






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mercoledì 3 settembre 2014

Falafel


Ho assaggiato i Falafel per la prima volta a Barcellona quando ero giovane alta e bella, circa 20 anni fa e me ne sono innamorata al primo morso. Li ho rifatti a casa una volta tornata ma si spappolavano che era una meraviglia. 
Ho abbandonato la ricetta fino ad oggi.

I Falafel sono una preparazione araba fatta di polpettine di ceci, spezie e fritte nell'olio.
Questa specialità ha origine in Egitto, dove è conosciuta la variante con le fave e ha conquistato in  seguito la Siria, il Libano, Israele per essere consumato oggi in tutto il Medio-Oriente.
Vengono accompagnate da tahini o yogurt e si servono dentro una mezza pita.
Che roba straordinaria!
Dopo tanti anni riprendo in mano la ricetta e scopro che mancava davvero poco alla riuscita. I ceci devono essere perfettamente asciutti, meno acqua c'è meglio è.
Ci vogliono un bel po' di spezie, preparatele.



500 g ceci secchi
6 spicchi di aglio
mazzetto di prezzemolo
mazzetto di coriandolo fresco
1/2 cipolla
1 cucchiaino bicarbonato
1 cucchiaino sesamo
2 cucchiaini coriandolo in polvere
2 cucchiaini cumino
1/2 cucchiaino peperoncino in polvere
sale, pepe

Lasciare a bagno i ceci per 24 ore nell'acqua fredda. Sgocciolare e asciugare MOLTO BENE.
Frullare con il mixer ad immersione ma a poco a poco, non in maniera continua. Devono comuqnue restare un po'granulosi. Aggiungere le spezie e poi prezzemolo, coriandolo fresco e cipolla e tritare ancora. Per ultimo unire il sesamo tostato. Appena il composto è ben amalgamato, formare delle palline con le mani (io in questo caso ho cosparso con pochi semi di sesamo), portare l'olio a 180° e friggerne due alla volta per pochi secondi.
Appoggiarle su carta assorbente e servire dentro la pita con qualche foglia di insalata, le salse e perché no, cipolla rossa.

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mercoledì 20 agosto 2014

Girelle di tacchino con pomodori secchi e sesamo


Salut Jean-Pascal, voilà ce que j'ai fait avec tes tomates sechées!

Non vado matta per i pomodori secchi. 
Per nulla. 
Ma mi sono stati regalati dal mio amico che li ha fatti a casa con amore. Come potevo non apprezzarli?
Sono attratta da tutte le preparazioni fatte a casa con metodi tradizionali, come un pomodoro pachino, datterino o San Marzano seccato al sole.
Mi vedo queste distese sui terrazzi siciliani, di pezzetti rossi con il sale, che lasciano evaporare l'acqua e si racchiudono nella loro essenza più vera.
Li farò anche io appena qui in Svizzera prevedono 3 giorni di sole tutti di seguito.
Come ve li propongo?
Tritati con lo scalogno e belli spalmati sul tacchino, danno colore alla tavola e allietano le papille.
Se però avete l'essiccatrice mi rovinate la poesia, quindi non ditemelo...


Per 4 persone


500 g fettine di tacchino
150 g prosciutto crudo tagliato fine
60 g pomodori secchi
insalatina (songino, spinacini..)
1 scalogno
olio, sale, pepe
sesamo

Battete le fettine di tacchino e sgrassatele. Fate rosolare lo scalogno tritato in un po' d'olio. Aggiungete anche i pomodori secchi per farli rinvenire e un cucchiaio di sesamo. Mixate il tutto con l'olio (io ho usato quelli del vasetto dove erano conservati i pomodori), fino ad ottenere un pesto sodo. Unite una macinata di pepe e aggiustate di sale.
Spalmate il trito sulle fettine, arrotolatele nella/e fetta/e di prosciutto, fermate con gli stecchini e rosolatele, girandole da ogni parte, in una padella con un filo d'olio fino a che l'esterno sarà rosato. Sistemate le fette su un piatto e lasciate raffreddare del tutto.
Disponete l'insalatina in ogni piatto di servizio.
Scaldate dell'olio in una padella, tagliate i rotolini in fettine di circa 1/1,5 cm e fateli rosolare per qualche minuto fino a che anche l'interno risulti cotto e  bello rosato. Servite sul letto di insalata e cospargete di semi di sesamo.








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mercoledì 30 aprile 2014

Cordon Bleu Classique


Non si dice Cordon Blù e nemmeno Cordon Blé. Si dice Cordon Bl, pronunciando la B con la L di seguito per poi fermarsi all'improvviso, come se stessimo per dire una E (o una U, non ci è dato a sapere), ma fossimo improvvisamente interrotti da qualcuno.
Cordon Bl...
Una cosa così.
Provate tutti insieme ora...
Cor-don-Bl.
Del Cordon Bl, non racconterò di origine del nome, nascita e miracoli che potete abbondantemente trovare sul web. Vi racconterò quello che wikipedia non dice.
Il Cordon Bl, è fatto con carne di tacchino o di pollo, o anche vitello e riempito a tasca con formaggio e prosciutto cotto. Impanato e fritto.
Che lo spago per tenere ferme le fette fosse blu, che fosse stato inventato da un grande chef Cordon Bleu, o che fosse stato creato alla scuola omonima, poco interessa, se poi il Cordon Bl, ve lo andate a comprare surgelato.
Non. Si. Fa.
Cacca.
Il segreto è una fettina battuta fine, di carne bianca, rotolato nella farina (completamente infarinato, importante!) e passato nell'uovo in modo che la farina sia tutta inumidita (tutta, importante!).
Poi, lo passiamo nel pangrattato che può essere anche insaporito con erbe.
Stecchini no.
Brutti stecchini.
Cacca.
I lati si sigillano con farina e uovo.
Poi oggi magari, giustamente , si predilige la cottura al forno. 
Io ve li propongo classici. Con formaggio a pasta semi-dura francese: il Comté. 
No fontina.
Brutta fontina.
Cacca.



  
Per 4 persone


4 petto di tacchino o pollo
4 fettine di Comté (va benissimo anche Emmental o Gruviera)
4 fette di prosciutto cotto
1 uovo
farina
pangrattato
olio

Tostare il pangrattato.Tagliare a tasca il petto con un coltello molto affilato. Battere le due parti se necessario, con il batticarne in modo da averle più fini.  Inserire una fetta di formaggio avvolta dal prosciutto. Chiudere la tasca cercando di far combaciare il lato aperto. Passare tutta la fetta nella farina per "sigillare". Passare nell'uovo molto bene e poi nel pangrattato. Continuare con le altre fette. Friggere per qualche minuto nell'olio caldo, da entrambe i lati. 
Servire caldi.



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mercoledì 9 aprile 2014

Pollo alle spezie


Che poi uno dice, ma scusa non è il pollo al curry questo? 
Bhè sì, solo che se lo intitolavo pollo al curry, il mondo web mi si rivoltava contro:
-"Il pollo al curry si fa con il latte di cocco!"
-"No, si fa senza scalogno"
-"Io l'ho assaggiato in India e si fa con il pollo indù"
-"No, si fa con zenzero bagnato del Gange!"

Pollo alle spezie lo trovo molto più diplomatico.

Dunque, il mio amore per le spezie mi porta ancora un volta ad usare il pollo come vittima sacrificale. Per fare la salsa poi, in verità, in verità vi dico, che uso ehm...un famoso formaggio spalmabile: è sicuramente meno acidello, trovo che la densità sia l'ideale per donare una texture vellutata al piatto, ma che non si sparga troppo la voce perché sennò nel Gange mi ci affogano.

Per 4 indù



circa 500 g pollo (petto o coscia)

cucchiaio di curry in polvere
3 cm di zenzero fresco
2 dl di brodo di pollo
150 g di yogurt magro cremoso (oppure quella cosa là, di cui sopra)
1 scalogno
prezzemolo
olio
sale



Tagliare a tocchetti il pollo.Tagliare la cipolla a fette molto fini. Eliminare la buccia allo zenzero e grattugiarlo con una grattugia a fori medi.
Scaldare una padella ampia, aggiungere il curry e tostarlo per 1 minuto mescolando, per esaltare gli aromi. Unire la cipolla affettata e lo zenzero grattugiato, poi lasciare stufare con il coperchio a fuoco dolce per 10 minuti, unendo qualche cucchiaio di acqua bollente, quando necessario.
Rosolare in un'altra padella i pezzi di pollo, senza aggiungere grassi, fino a che non sono bianchi all'esterno e trasferirli nel tegame con il mix di cipolle. Coprire e cuocere a fuoco basso per circa 15/20 minuti, unendo gradualmente il brodo. Incorporare lo yogurt e cospargere di prezzemolo.
Servire il pollo con un riso tipo basmati.

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martedì 18 marzo 2014

Poulet à la Normande (Pollo alla Normanna)



Gioco sul fatto che in Italia non è molto conosciuto ma se fossi un blog normanno, mi tirerebbero le orecchie. 
E le pietre. 
La ricetta originale vuole che "alla Normande" sia il lapin (pron: lape'(n)), ovvero il coniglio.
Io faccio il lapin alla Normanna con il pollo. Problemi?

Se volete cimentarvi nella ricetta originale, occorrono le stesse dosi e tempi ma un animale diverso.
Per motivi di praticità ho annotato accanto a certi ingredienti tipici francesi, altri di più facile reperibilità in Italia.

Per 3 persone

6 cosce + sovracosce di pollo (interi o divisi)
mezza cipolla rossa
30 g burro
olio
farina
sale, pepe
500 ml di sidro (oppure succo di mela pastorizzato)*
circa 150 g formaggio spalmabile (In Normandia usano la doppia panna o crème épaisse: ha la stessa consistenza del famoso formaggio spalmabile con il quale può essere sostituita) 
100 g funghi (porcini o de Paris)
prezzemolo

In una casseruola con fondo spesso per le cotture lente (la padella della foto l'ho usata solo a scopo estetico), far sciogliere il burro e far rosolare i pezzi di pollo, qualche minuto per parte. Toglierli mettendoli su un piatto da parte e versare nel burro rimasto nella casseruola, la cipolla tagliata fine. Far soffriggere bene fino ad ammorbidirla. Rimettere i pezzi di pollo, cospargere con un po'  di farina, mescolare per legare gli ingredienti e versare il sidro. Il pollo deve essere coperto da liquido, per cui se, per questioni di grandezza della casseruola, i 500ml non dovessero bastare, aggiungere acqua a coprire.
Salare, pepare e lasciar sobbollire con il coperchio, per circa 1 ora.
Diluire il formaggio con un mestolo di liquido e versarlo nella casseruola. Aggiungere anche i funghi (io ho lasciato interi quelli più piccoli e ho tagliato in due quelli un po' più grandi). Mescolare bene e lasciar cuocere ancora fino a che , il pollo sia cotto, la salsa si sia addensata, quindi circa 20 min.
Il tempo di cottura dipende molto dai pezzi, la carne non deve risultare sfatta ma ancora attaccata all'osso.
Cospargere di prezzemolo e servire.

* Il succo di mela pastorizzato deve essere chiaro e non zuccherato. Non è il succo di frutta del bar!! Deve avere più o meno questa faccia:

                immagine dal web



 




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mercoledì 29 gennaio 2014

Coq au vin


Il coq au vin (leggi coc o ve', con la enne che si sente e non si sente in questo gioco di vedo-non-vedo) è una preparazione greca...
Volevo vedere se eravate attenti: è francese, conosciutissima e apprezzata in tutto il mondo. 
Si tratta del galletto (coq) cotto nel vino (vin) con erbe di Provenza, cipolle, carote, a volte funghi e pancetta.
L'Alsace litiga con la Bourgogne che litiga con la Champagne per i diritti d'autore. E' chiaro che , come sempre, un piatto così antico, non solo possiede numerose varianti ma anche numerosi popoli che rivendicano la paternità.
Sembra che sia nato quando i Galli furono assediati dai romani guidati da Giulio Cesare. 
Il capo di una delle tante popolazioni dei Galli, regalò all'imperatore un galletto in segno della loro potenza e quel Cesare di Giulio, ricambiò la cortesia cuocendolo con un bel litrozzo di vino rosso dei colli romani.
Ok, ho leggermente romanzato la storia, quella vera è su wikipedia. 
La cosa importante è che con questa ricetta Giulio e Gallo diventarono micio-micio, bau-bau e non si lasciarono più.
Per la ricetta mi sono affidata ad un sommelier (chi meglio di lui?). 
Due particolari importanti per una buona riuscita: il pollo deve marinare molte ore, anche un giorno e il vino deve essere corsé, ovvero bello rosso, corposo e tasso alcolico elevato.
Se vi state chiedendo come mai in questo post son poco seria, la risposta è nel tasso alcolico elevato.
Hic!


Ricetta di Fernard Kléè



Per la marinata


1 bottiglia di vino rosso corsé
1 cipolla bianca
1 scalogno
1 spicchio d'aglio
1 carota grande
3 chiodi di garofano
pepe in grani
1 bouquet di erbe (prezzemolo, erba cipollina, timo...)

1 galletto abbastanza grande tagliato a pezzi (io preferisco prendere 2 coscia e sovracoscia a persona)
2 cucchiai farina
2 cucchiai di Fine di Bourgogne (o cognac)
30 g burro

Pulire bene i pezzi di carne da grasso e tendini (io preferisco tutto senza pelle). Tagliare la cipolla grossolanamente, lo scalogno e la carota a fette.
In una ciotola capiente mettere la cipolla, lo scalogno, l'aglio tagliato in due o schiacciato, i pezzi di carne, i chiodi di garofano, il pepe, le erbe e il vino. Fare in modo che la carne sia coperta dal liquido, coprire con pellicola o con il coperchio e lasciare marinare tutta la notte (12 ore).
In una casseruola di ghisa, far fondere il burro e adagiare la carne per farla rosolare per circa 5 min, da entrambi i lati per formare un fondo di cottura.
Spruzzare di Fine de Bourgogne e fate un bel flambé se siete capaci. Io ho preferito non dar fuoco alla casa.
Cospargere di farina, mescolare e far rosolare qualche minuto. Aggiungere la marinata di verdure e vino, salare generosamente, coprire e lasciar cuocere per un tempo che va da 1 ora, a 2 ore e mezzo a fuoco dolce. Tutto dipende dai pezzi di carne.
Il coq sarà pronto quando la cipolla è sfaldata, la carne cotta e il vino ridotto  a salsa densa.
Da servire con patate arrosto.




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domenica 8 dicembre 2013

Patate al forno con timo


Ecco un'altra delle mie ricette complicate e lunghissime. Non vi deluderò mai.

Potevo risparmiarvi queste patatine, poi ho pensato che avvicinandosi ai periodi festivi, potrebbero essere una bella idea con un bell'arrosto visto che hanno l'aria tanto carina, da esposizione. Provatele con un arrosto croccantino o con del pesce al cartoccio.
Ho preso ispirazione dalla cottura francese: ovvero inzuppate nel burro, cotte nel burro, spennellate con il burro. 
Siete ancora vivi? 
Dai che sotto le feste non guardate in faccia a nessuno. Lo so che ve magnate panettoni con dentro tacchini, con dentro capitoni con dentro torroncini. Poi venite da me e vi scandalizzate per due passatine leggere di burro.
E poi il timo è dietetico.
Quasi quasi ,visto che siete con il pennello in mano, una passata di burro dategliela pure a lui.



Dosi free

patate ferme alla cottura
timo
sale pepe
burro
 burro 
burro

Lavare le patate. Asciugarle bene. Tagliarle a circa 5/7mm, senza arrivare in fondo. Sistemarle in una teglia con carta da forno, spennellarle di burro fuso e infornare a 210° per 30 min. Tirar fuori dal forno, spennellare ancora di burro (ripetere l'operazione per...ehm...4/5 volte), cospargere di sale pepe e timo e infornare per altri 20/30 min o comunque fino a che non siano ben dorate.





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martedì 29 ottobre 2013

Lenticchie all'arancia


Ho scoperto le lenticchie nella mia fase vegetariana, anzi, a dire la verità i due anni di vegetarianesimo mi hanno fatto scoprire e rivalutare tantissimi alimenti.
Le lenticchie, a differenza degli altri legumi non hanno bisogno di ammollo, a meno che non abbiate carenze di ferro. In quel caso, un ammollo di qualche ora servirà a dissolvere in acqua le sostanze che limitano l'assorbimento del ferro. La cottura di quelle secche varia dai 30 ai 40 minuti, a seconda se sono decorticate o meno e il gusto è nettamente migliore rispetto a quelle in scatola che spesso si sfaldano e hanno un gusto poco naturale.
Ci sono diversi modi di gustarle: con il classico battutino, con il pomodoro o, il mio preferito, con un filo d'olio a crudo. Per questa ricetta vi propongo l'aggiunta dell'arancia, che fa subito un po' inverno. Profumata e gustosa, la lenticchia ne sarà contenta.





300gr lenticchie

1 arancia
1 cucchiaino aceto balsamico
steli di erba cipollina
prezzemolo
sale e pepe

Mettere le lenticchie in una casseruola o tegame di coccio con quasi circa 7/8oo ml  d'acqua fredda. Farle cuocere per circa 30/40 minuti. Scolarle bene e farle e farle insaporire in padella con un cucchiaio di salsa di pomodoro.

Preparare la salsa all'arancia: spremere un'arancia e far passare il succo attraverso un colino.Aggiungere la scorza grattugiata, l'aceto  balsamico e qualche stelo di erba cipollina tagliazzato, chiudere in un contenitore ermetico e sbatterlo energicamente per mescolare gli ingredienti. Irrorare le lenticchie.Aggiustare di sale, pepe e completare con del  prezzemolo. Servire tiepide o calde. 

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mercoledì 11 settembre 2013

Wraps al guacamole e pollo




Lo so che dovrei interessarmi più al canard a l'orange, coq ou vin e  macarons però si vede che nel mio DNA è troppo forte la propensione verso gusti forti, un mix tra un camionista messicano e il pescatore siciliano. 

Tortilla, tacos, fajitas, chili....questo è un altro mondo che amo: bello piccantoso che non fa molti sconti agli stomachini debolini francesini. 

La ricetta del guacamole viene dal ricettario mentale di mia zia. Mentale perchè:

- "Zia mi dai le dosi del guacamole?" 

- " Sì, metti un po' di questo e un po' di quello insieme" 
- "Zia, ho un blog, devo scrivere delle dosi precise" 
- "Ah, vero! Allora prendi un avocado poi metti un po' di quello un po' di questo insieme"
Va bhè.
Però mi è uscito un guacamole fantastico.
Ma andiamo per ordine.
I wraps sono le tortillas avvolte/ripiegate/ impacchettate con un ripieno a piacere.
Con mia zia, abbiamo convenuto che wrap (termine inglese per indicare un pacchetto, un contenitore...) non sono altro che i tacos messicani con un nome più figo. 
Come fingerfood per indicare le tartine o buffet per indicare mangia-quanto-te-pare
Le tortillas sono delle gallette/piadine messicane fatte con farina di frumento o di mais usate come accompagnamento per le pietanze.
Quando sono piegate in due e ripiene di carne, verdure o formaggi vengono chiamate tacos.
Esiste la varietà classica di taco che è morbido, scaldato brevemente e condite con tutto e di più.
Nell' altro tipo di taco, di stampo più Tex-Mex,  la tortilla viene fritta, quindi si avrà una galletta ripiegata e croccante, da riempire con il condimento.

La salsa guacamole, per quelle due persone che ancora non lo sanno, è un'antichissima salsa messicana fatta a base di avocado. Divina.
Io ho riempito i wraps con la salsa e il pollo (se vi avanza da qualche cena è l'ideale)


Per 4 wraps
4 mini tortillas (14cm circa di diametro)
1 avocado
4 pomodori ciliegia
un cucchiaino raso di cipollotto (facoltativo)
1 cucchiaino cumino
coriandolo fresco
peperoncino (quantità a seconda dei gusti)
1 lime
sale pepe
100g pollo (cotto alla griglia, alla brace. allo spiedo, lesso...)
spezie per barbecue



 Ho letto ricette con la cipolla ma io ho preferito usare il cipollotto e usarne pochissimo sotto consiglio di zia. 
Tritarlo finemente.
Lavare e tagliare i pomodorini in due. Togliere i semi e tagliarli prima a strisce e poi a cubetti piccoli.
Tagliare l'avocado in due, togliere la buccia e il nocciolo (c'è bisogno di dirlo??!) e raccogliere la polpa in una ciotolina. Schiacciarlo con la forchetta spruzzandolo di succo di lime in modo da non farlo annerire. Salare pepare, unire il cucchiaino di cipollotto, i pomodorini, il cumino e il coriandolo.
Io ho messo un foglio di pellicola a contatto con la salsa fatta e l'ho conservata in frigo per mezz'oretta, per dare la possibilità agli ingredienti di fare amicizia tra loro.
Tagliare il pollo a pezzetti irregolari, anche sfilacciato va bene e rotolarlo nelle spezie da barbecue. Unirlo alla salsa.
Al momento di servire, preparare i wraps:
ho ignorato le indicazioni della confezione e le ho preparate come ho visto fare alla tv:
ho scaldato un padellino antiaderente e ho fatto "riprendere" le tortilla per qualche secondo per lato. Devono tornare morbide.
A quel punto, ancora calde, le ho confezionate con il guacamole al pollo. Ho tagliato lo stelo del cipollotto per chiudere il pacchetto.



!Forse è utile dire che l'avocado deve essere maturo ma non troppo morbido.
Fate toccare l'indice e il pollice a formare un cerchio, il famoso segno "OK". 
Toccate la base del pollice.


foto dal web


Questa morbidezza non va bene, l'avocado è troppo maturo.
 Fate toccare l'anulare con il pollice. Qui l'avocado è troppo acerbo.
La maturità giusta è quella che si ha, unendo il dito medio con il pollice.
Questo metodo è utilizzato per la cottura della carne ma ho trovato che questo metodo fosse perfetto per indicare la giusta maturità a chi non ha mai usato l'avocado.


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sabato 10 agosto 2013

Crêpes rucola e stracchino


 Per 4 crêpes 200ml latte
1 uovo
70gr farina
180gr stracchino
100gr prosciutto cotto
30gr rucola
sale pepe
burro

Mettere in una ciotola la farina , il latte, l'uovo, un pizzico di sale e frullare con il mixer ad immersione fino a che non si otterrà una pastella densa e omogenea.Coprire con pellicola e lasciare in frigo a riposare per 20min. Tritare la rucola e aggiungerla alla pastella.
Imburrare la padellina antiaderente e riscaldarla.Versare un mestolo di pastella e far cuocere per un paio di minuti per lato a fuoco medio.
Farcirle con lo stracchino e il prosciutto.
Se si vuole , cospargere di pepe.

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giovedì 20 giugno 2013

Girelle di tacchino su valeriana




Per 4 porzioni
100g valeriana (songino, gallinella, formentino...)
500g circa tacchino (3 fette grandi)
60g pinoli
100g parmigiano reggiano
olio sale pepe
1 mazzetto di timo fresco

Con il batticarne appiattire le fette di tacchino.Tritare i pinoli con il parmigiano, il timo. Aggiungere un po' d'olio tanto da ottenere una pasta. Spalmare il composto sulle fette, salare, pepare e arrotolarle su se stesse molto strette, fermandole con gli stecchini. Far rosolare i rotolini di carne in un padellino con dell'olio e un pò d'acqua. Salarli un po'. Toglierli dalla padella e  farli raffreddare 10 minuti. Tagliarli a fette di 1 cm e rimetterli a rosolare per 1 minuto per lato, nel padellino con il sughetto. Lavare e pulire l'insalata. Sistemarla sui piatti di portata e disporre sopra le girelle di tacchino con il loro sughetto.
L'insalatina non avrà bisogno di essere condita visto che sarà insaporita dal sugo della carne.

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martedì 11 giugno 2013

Pollo al limone e olive nere



6/700 g petto di pollo
3 limoni
1 mazzetto di aneto
1 manciata di olive nere denocciolate
burro
sale pepe olio

Tagliare il petto di pollo a tocchetti. Spremere i limoni in una ciotola capiente e farci macerare i pezzetti di pollo con qualche foglia di aneto, sale e pepe per 1 ora.
Rimescolare un paio di volte il pollo in modo che la cottura al limone sia omogenea.
Scaldare un po' d'olio in una padella antiaderente, unire il pollo con iun po' del succo di limone e la buccia tagliata a spicchi. Cuocere a fuoco dolce per circa 15 minuti.
Unire le olive nere e appena il succo si sarà ritirato e sarà diventato cremoso, lasciar rosolare i tocchetti per un paio di minuti per dorarli bene con l'aiuto di un pezzetto di burro (facoltativo).
Servire caldo.


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lunedì 29 aprile 2013

Fusi di pollo al forno


Quanto mi piace la fritturina e quanto odio farla. Non sopporto l'odore, sarò di naso delicato ma faccio davvero fatica a preparare ricette dove è contemplato il bagno in olio bollente.
Certo per le ciambelle o i bomboloni faccio un'eccezione ma dove è possibile evitare, mi organizzo con il forno.
Questo è un esempio: una bella coscetta di pollo impanata a piacere (io insieme al pangrattato ho aggiunto mezzo cucchiaino di curry) e cotto al forno.
Un mio consiglio è quello di tostare il pane prima di impanare i fusi. Saranno ancora più croccanti!
Per 2 persone

4 fusi di pollo
1 uovo
pangrattato già tostato
erbe secche  a piacere
olio


Battere brevemente l'uovo, salare un po'. Togliere l'eventuale pelle dai fusi e levare le parti grasse.
Preparare l'impanatura mescolando il pangrattato tostato con le erbe essiccate (prezzemolo, basilico...) e aggiungere sale e pepe.
Passare i fusi nell'uovo  e poi nel pangrattato, coprendolo bene. Disporli nella carta forno, sulla teglia , irrorare con un filo d'olio e cuocere in forno a 180°.
Servire con una bella insalatina colorata!



 

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lunedì 1 aprile 2013

Goulash di pesce




In tutti questi anni, sfogliando riviste e libri di cucina, ho sempre avuto a che fare con ricette dove qualche procedimento era stato omesso, o qualche passaggio importante dimenticato o dove le importantissime misure di teglie e tortiere non erano minimamente citate.
Sono dettagli necessari, non solo per chi è alle prime armi e si fida dei giornali ma anche per chi cucina da un bel pò.

Tempo fa mi sono trovata a gettare in toto un plumcake perchè non erano segnate le misure dello stampo.
Io ho calcolato gonfiasse durante la cottura e lui invece è strabordato penosamente creando un avvallamento profondo al centro.
Oppure ho versato l'impasto, in una tortiera più grande del previsto e la torta mi è venuta bassa bassa.
Per questo, è un dettaglio che aggiungo sempre alle mie ricette. Metto misure di coppapasta, di formine, di teglie e quant'altro, così la persona che proverà a fare la ricetta non avrà sorprese.

La ricetta del goulash di pesce l'ho trovata in una rivista molto nota e mi sono sorpresa del fatto che non ho dovuto, nè voluto cambiare nulla (se non il tocco di prezzemolo finale).
Tutto era spiegato chiaramente senza omissioni. Ed era buono.
! Ho usato il nasello al posto della rana pescatrice. Ed ho capito perchè qui si chiama lotte de mer: perchè è una lotta averne un pò. Ho fatto quindi cuocere un pò più le verdure e un pò meno il nasello che rispetto alla rana ha dei tempi più brevi.
! Io ho usato il mio fantastico burro homemade, quello con le erbette. Forse è per quello che è venuto così buono questo goulash??

Ricettina dall'originale

800gr rana pescatrice
400gr patate
3 porri piccoli
200ml panna fresca
mezzo limone
burro
farina
paprika dolce

Ridurre la polpa del pesce in bocconcini. Sbucciare le patate e tagliarle e tocchetti. Pulire i porri e tagliarli a rondelle. Trasferire le due verdure in una pentola, coprire d'acqua fredda, salare e far cuocere 5 minuti dall'ebollizione. Scolare e lasciar raffreddare.
Infarinare i bocconcini di pesce e scuoterli per eliminare la farina in eccesso. Far sciogliere il burro in una casseruola larga e capiente, unire la paprika e il pesce. far insaporire mescolando delicatamente. Aggiungere poi le verdure e la panna fresca mescolata con il limone. Cuocere per circa 20 minuti o fino a che pesce e patate siano morbidi. Servire caldo con paprika e prezzemolo.



 


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sabato 13 ottobre 2012

Knöpflis (Spätzlis)





 Non potevo non proporvi una ricetta tipica della Schwiizertütsch (Svizzera Tedesca).
Questo piatto esiste anche nel Nord Italia (Spatzli) e in Alsazia (Spätzle ou Knöplfe). 
Io li chiamo Knöpfli (pron: cnopfli).
Non è pasta, non sono gnocchi.
Potrebbe sembrare un primo piatto, in realtà non viene mai servito da solo o condito con le verdure come potrebbe essere una pasta.
In Svizzera è solo un accompagnamento al companatico, di solito cacciagione, oppure carne rossa, spezzatini o pollo. Ma mai è un piatto da servire da solo come un piatto di pasta.
Ma soprattutto, nella maniera più assoluta, non si servono lessati ma lessati e rosolati nel burro.
La sua funzione è più vicina a quella del pane o delle patatine fritte.
Knöpfli in svizzero-tedesco significa bottoncino, dovuto alla loro forma caratteristica.
Niente di diverso dagli impasti classici: occorre farina, uova e acqua ma con la differenza che si preparano bagnando il tagliere con acqua fredda dove si appoggia la pasta, e con un coltello affilato si tagliano velocemente facendoli cadere nell'acqua bollente salata. Cadendo si cuociono e tornano a galla come gli gnocchi.


Knöpfli lessati




Oggi nelle case si usa l'attrezzo per Spatzli , ma per chi fosse curioso, lascio questo video dove la Signora Lutz spiega il procedimento come vuole la tradizione:




Per preparare gli Knöpflis:

150 g farina per Knöpflis (farina di semola)
150 g farina bianca
3 uova

1 dl acqua*
0.5 dl latte
1 cucchiaio olio
1 cucchiaino sale
1 cucchiaino di noce moscata


Knöpfli rosolati nel burro


Fare una fontana con la farina e il sale. Mescolare l'acqua con il latte, le uova e l'olio. Versare all'interno della fontana e lavorare con la frusta e in seguito con un cucchiaio di legno.Aggiungere la noce moscata. Si deve ottenere una pasta non lavorabile con le mani e che quando cola dal cucchiaio si strappa.

Lasciare riposare in frigo per mezz'ora.
Far bollire l'acqua con il sale. Posizionare sopra la pentola l'attrezzo per formare gli Knöpflis. Versare l'impasto e far scorrere la parte superiore in modo da farlo colare dai fori e farlo entrare nell'acqua bollente.


Una volta tornati a galla, raccoglierli con il mestolo forato e lasciarli scolare. Passarli sotto il getto di acqua fredda e conservarli in frigo per un prossimo utilizzo.
Se invece li preparate subito, scolateli, fate sciogliere una noce di burro in una padella antiaderente, versare gli Knöpfli e farli rosolare mescolando con un cucchiaio di legno fino a che siano belli dorati.


* La quantità di acqua varia a seconda dell'assorbimento della vostra farina.


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