(foto in alto: Antonella Pagliaroli)
Nell’ambito della food photography uno dei mood attualmente più in voga è il DARK MOOD o dark&moody: foto caratterizzate da sensazioni di oscurità e contrasti nelle quali il soggetto passa inizialmente in secondo piano per poi essere reso superlativo grazie alla gestione delle luci.
Le foto "dark" sono spesso erroneamente confuse con le still life.
Lo still life è la traduzione in inglese della nostra natura morta, resa celebre da artisti già nell'antichità grazie ai mosaici, per rappresentare con soggetti inanimati, la bellezza e la caducità della vita. Le nature morte più celebri sono probabilmente quelle del Rinascimento, del '600 e '700, rese tali da artisti come Caravaggio, Fede Galizia, Paolo Porpora o gli olandesi Pieter Claesz e Willem Kalf..
Nella fotografia uno dei pionieri è stato Roger Fenton, il primo reporter inglese di guerra nella storia della fotografia che si cimento' nel 1860 in una serie di stereoscopie di nature morte.
Caravaggio
Roger Fenton
Si tratta di immagini (dipinti o foto) di fiori, piante, frutta verdure o oggetti di uso quotidiano che diventano simbolo di un messaggio più profondo, andando a toccare le corde delll'emozione, del sentimento, grazie al sapiente utilizzo di composizioni e una cosciente gestione della luce.
Nella food fotography, le foto still life si basano su soggetti più o meno illuminati, di solito ripresi con un'angolazione frontale, a 30° o 45°con backstage scuri, dal grigio, antracite ai neri più profondi. La composizione è di enorme importanza, ci vuole uno studio delle linee armoniche e una discreta sensibilità artistica.
Il peso visivo (ovvero la capacità di una forma di attirare l'attenzione), le proporzioni e gli equilibri diventano essenziali.
Stiamo pero' parlando di soggetti con luci che possono variare a seconda dello stile e del gusto del fotografo.
Uno still life non è necessariamente con uno sfondo scuro o con luci morbide. Può benissimo essere tutt'altro basta che il soggetto sia una natura morta.
Ecco tre esempi completamente diversi a livello di base, sfondi e luci ma tutte accomunate dallo stesso tipo di rappresentazione still life/ natura morta.
Le foto dark mood sono confuse con le still life dagli sfondi scuri perché si percepiscono uguali a livello luce, spesso soffusa. In realtà le dark fondano il loro essere sulle sensazioni, sul piano suggestivo e sulla carica emozionale che scaricano sull'osservatore.
Le foto dark utilizzano giochi di luci e non disdegnano ombre nette e neri puri, ma il soggetto deve sempre essere illuminato come da un fascio di luce.
Il piu grande maestro di nature morte dark&moody è il grande Caravaggio che disconosceva questa parola perchè in italiano e nel gergo artistico si chiama da sempre CHIAROSCURO.
Ecco che forse, riportando i termini nella nostra lingua, le differenze iniziano a essere comprese.
Nei suoi quadri in chiaroscuro, l’artista non usava ritrarre persone interamente illuminate in sfondo nero ma , sfondo a parte, usava il gioco luce/ombra come elemento essenziale delle sue opere che donavano drammaticità agli sguardi, ai gesti e alle composizioni.
Ogni figura era avvolta da zone di luce e zone d’ombra.
Portiamo adesso il chiaroscuro o dark&moody nelle foto food.
Capirete senz’altro che il barattolo con i ribes (foto sotto) non ha giochi di luce "nel suo corpo"ma viene risaltata solo grazie allo sfondo scuro-nero.
Per questo che non puo’ essere catalogata come foto dark ma semplicemente come una foto di still life.
Osservate le ombre che forma il barattolo sulla base: sono diffuse.
Guardate ora la foto sotto dei pancake e concentratevi sulle ombre: sono chiuse coinvolgendo anche parte del soggetto.
Vediamo insieme le principali differenze tra "dark mood" e still life.
LUCE
L'elemento principale che distingue la foto dark dalle altre è la gestione della luce.
Mentre nella foto del barattolo di ribes se togliamo lo sfondo scuro, le luci rimarrebbero comunque ben dosate, in una dark i contrasti rimangono duri anche sostituendo lo sfondo o la base con qualcosa di chiaro.
Per una foto dark occorre una base prevalentemente scura ma non completamente nera che agevolerebbe il rischio di un soggetto "lost in the space" (questo gergo lo conoscete se siete allievi DAZZERO)
Nelle foto sotto di sinistra, se sostituiamo il piatto e lo sfondo scuro con un piatto e uno sfondo chiaro, avremo ugualmente delle ombre e dei neri quasi puri tipici di un dark mood.
Nelle foto di destra abbiamo invece due soggetti con sfondo scuro e se lo sostituiamo con un backstage chiaro, avremo una foto ben fatta ma non dark perché le ombre sono ben gestite ma la luce è più morbida e diffusa con ombre più aperte sul soggetto.
SOGGETTI
Le foto dark si appoggiano molto sulle emozioni visive e poco su quelle gustative, per questo si prediligono soggetti che abbiano colori naturali: fiori, frutti ma anche biscotti rustici, ciambelle, zuppe, pietanze composte da ingredienti naturali e sani.
Le still life hanno bisogno di soggetti formati da composizioni di fiori, piante, frutti o soggetti unici isolati (una pagnotta, una melagrana, un cesto di frutta...)
PROPS
Nelle foto dark si usano props vintage scuri o chiari, sempre coevi tra loro, dalle tonalità vicine al nero o all'argento invecchiato: rugginosi oggetti di scena comprati al mercato dell'usato, scatolette in metallo o piatti con fiori in stile inglese che poggiano su basi e fondi scuri vecchie teglie arrugginite, ripiani in marmo e panni morbidi con texture grossolana tipo in lino o telette a colori neutri.
Nelle foto dark acquisiscono protagonismo le sedie e le tavole unitamente all’oggettistica vintage come vecchie madie ed utensili come forbici da giardino, penne, libri, occhiali, foto in bianco e nero...
Nelle still life i props variano da quelli vintage a quelli più moderni.
MOOD
Ci si diverte con il "dirty": briciole di pane e semi sparsi sul set, macchie di olio, piatti macchiati per dare una sensazione di vissuto, intenso. Fiori, foglie gocce di vino, acqua e pezzi di carta.
ANGOLAZIONI
Le angolazioni sono spesso zenitali, occorre dunque un livello di occhio e competenza sufficientemente elevato in grado di gestire forme e linee in composizione armoniche su ampie angolazioni, senza sottoesporre o bloccare la luce lasciando cadere le ombre chiuse sui soggetti. Oppure angolazioni quasi frontali con ampi spazi che lasciano intravedere il resto della vita oltre il piatto: sedie, muri non intonacati, tavole ampie, finestre, lavelli in pietra etc..
Nello still life l'angolo di scatto è spesso a 30°o frontale e non necessariamente ampio, quindi possono essere soggetti ripresi a distanza ravvicinata.
AMBIENTAZIONE
Nello still life di solita l'ambientazione è neutra, senza importanza visiva se non quella di esaltare il soggetto. L'angolo di campo potrebbe anche essere ristretto o croppato. Nella dark è importante lo spazio, ampiezza di movimento, tavole con più soggetti, sfondi più "umani" con mobili, tavoli, sedute, vasi di fiori etc...
HUMAN TOUCH
Quello che io chiamo alle lezioni "human touch", (ovvero la presenza di una parte del corpo all'interno del fotogramma che va dalle sole dita all'intero busto, a volte anche con accenni di viso), nello stile dark è molto amato proprio perché umanizza l'immagine e la rende più simile ad uno spaccato di vita quotidiana, cosa che non succede per lo still life dove la natura è sola nel suo splendore quasi come fosse viva in un mondo senza uomini.
Come si può notare da queste foto dark con human touch, se togliessimo gli sfondi scuri, ci troveremmo comunque una foto dai chiaroscuri molto accentuati ma non netti.Le ombre finiranno sempre in una sfumatura dolce e mai in una linea marcata.
DARK MOOD CHIARO
Tra le dark mood inserisco anche una serie di foto che hanno, a livello di G.L. la stessa modalità delle dark ma sono composte in set (basi o fondi) più chiari. Un esempio sotto di 4 foto dove si riconoscono tratti delle dark: set ampi, ombre chiuse, gestione delle forme nelle zenitali, oggettistica vintage, effetto "dirty" e fiori/foglie nel set.
ESPOSIZIONE
Alle mie lezioni, prediligo la luce naturale a quella artificiale e aiuto a saper distinguere la luce a seconda dei punti cardinali ed utilizzare quella che più si avvicina allo stile dell'allievo. Nelle still life la luce più adatta, fin dal periodo dei fiamminghi è quella del nord che cade morbida sui soggetti accentuandone forme e colori. Nelle dark, la luce può variare da quella forte e netta dell'est a quella del sud, l'importante è gestirla nel modo migliore per suscitare l'idea di mattino presto per una tavola imbandita a colazione l'idea del tardo pomeriggio per una ciambella suddivisa in piattini decorati.
Sotto, degli esempi di come giocare con un solo fascio di luce che forma linee nette che spesso nelle dark diventano parte integrante della composizione.
PER RIASSUMERE!
Uno stile DARK MOOD ha come caratteristiche principali:
✓ampi spazi (foto ambientali)
✓forti chiaroscuri
✓oggetti vintage
✓spesso human touch
✓spesso fiori e foglie
Lo still life E' UNA NATURA MORTA.
✓mele, pere, pomodori, frutta verdura, fiori freschi o secchi, violini, libri, piatti, quaglie, piccioni, tutto ciò che è inanimato, avvolti da ombre morbide e sfondi scuri o
su tavole chiare, bianche, colorate, con sfondi vari e colori e luci varie.
✓non sono necessariamente ambientali
✓non hanno human touch.
SPECIFICHIAMO!
Naturalmente le still life possono avere luci gestite "dark" (vedi foto a sx) o le dark possono rappresentare still life (foto a dx). Non esiste un divario tra le due categorie. Spesso pero' le semplici still life con delle belle ombre sono confuse con dark mood ma il dark mood è una sensazione, una foto che ti racconta oltre quello che vedi, che ti fa immaginare come siano fatte le stanze accanto o il giardino fuori dalla porta.
Al corso di foodstyling svolto a Roma qualche anno fa, grazie alla partecipazione della food-photographer Antonella Pagliaroli e Ilaria Guidi, gli allievi hanno scoperto come si crea una dark mood e quali sono i segreti per riuscire al meglio!
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