mercoledì 13 luglio 2016

Torta di frutta


Il massimo della moda, quando ero gggiovane, era essere vegetariana. 
Cioè niente carne, niente pesce. 
Lo sono stata per due anni, per solidarietà con un fidanzato che lo era da 10. Non mi è mai mancata la carne ,(il pesce invece da mo-ri-re) e il vegetarianismo mi ha dato anche l'opportunità di assaggiare e apprezzare verdure che prima non gradivo. Poi una notte ho sognato un gamberone che mi guardava con gli occhi neri e mi diceva "mangiami" e il giorno dopo ho dato retta a corpo e cervello scofanandomi un fritto misto.
Da qualche anno, ai miei corsi, incontro vegetariani, vegani (niente nutrizione di provenienza animale), crudisti (prodotti crudi, non lavorati) e l'ultima grido in campo alimentare è essere fruttariano (solo frutta).
A parte il fatto che se sono contemplati tra i frutti, anche quelli di mare, io ci sto. Cozze a colazione. 
Conoscevo l'esistenza dei fruttarismo ma questa volta la storia mi ha affascinato e anche dissestato. 
I motivi che spingono a diventare fruttariani, sono due. 
Mangiare i frutti è meglio perché non sono esseri viventi ma solo l'involucro dei semi che danno la vita, e quindi non si fa torto a nessuno e si  contribuisce alla salvaguardia della terra e all'equilibrio della natura. 
L'altro motivo, quello più sentito, è salutare: il fruttariano spiega che l'uomo in origine quando ancora non era bipede, si nutriva solo dei frutti che trovava e divento' cacciatore e quindi carnivoro, solo nella fase da erectus quando inizio' a farsi le grigliate con gli amici per sopperire alla mancanza di alberi da frutto.
Le proteine animali, all'uomo non fanno bene perché esso non è onnivoro ma fruttariano di natura. Ce l'hanno portato con la forza a essere onnivoro, por'omo.
Senza niente togliere al fatto che la frutta fa benissimo, quando mi sono trovata a sentir discorrere della "dieta tipo" di una fruttariana convinta, sono rimasta due minuti buoni con in faccia una delle migliori espressioni della D'Urso: per il mese di luglio ad esempio  abbiamo albicocche, mango, datteri, prugne secche, ciliegie, meloni, karela, merangolo e chinotto (che già io ho difficoltà a trovare i fichi d'india, figuriamoci il merangolo...). 
Ecco, sta donna ha una macedonia nell'intestino e non le manca nulla. Non beve manco l'acqua che tanto, dice, ce n'è in abbondanza nella frutta. 
Un attimo: c'è il finale col botto.
Siccome mangiando solo frutta non si hanno in circolo tossine, cucchiai di nutelle e parmigiane ma si ha il sangue lindo, profumato e ricco di B12 è anche assai consigliato urinare in un bicchiere e berla la mattina presto al posto del caffè. Dal produttore al consumatore e a chilometri zero. 
Una volta fatta nel bicchiere non si chiama più urina ma Amaroli. 
Amaroli o acqua della vita. 
Che se poi uno viene da Potenza, può chiamarlo Amaro(li) Lucano.
Per dire, vah.
Analizzando le motivazioni fisico-scientifiche, in effetti il discorso torna. Appena nasciamo ci attacchiamo alla mamma che ci nutre con latte che è dolce, poi continuiamo con la frutta schiacciata e poi lo svezzamento: il passaggio al salato. Forse è una forzatura dunque, forse veramente il barbecue è venuto dopo ma, se proprio dobbiamo andare indietro nel tempo, si dovrebbe mangiare solo i frutti dell'albero che esistevano in quell'era. E non solo: oggi non dovresti mangiare manco l'ananas o la banana, perché appartengono al bipede dell'Africa tropicale, non a quello della zona di Varese.  
E visto che prima di essere bipide, era un anfibio e ancora prima un pesce, perché non nutrirci solo di placton, gamberetti nel cuoppo napoletano? Io ci andrei a nozze. 
La coerenza  inizia a vacillare.
Cade rovinosamente del tutto quando tu, fruttariana, posti su instagram le foto del tuo pasto di nespole e papaya e lo fai con un cellulare che è stato stato portato con camion a benzina, su autostrade di asfalto e che sono stati utilizzati materiali plastici, sfruttando il petrolio e sfruttando forse la manodopera infantile. L'amaroli sarà anche l'acqua della vita ma non ti vien voglia di un bel panino alla mortazza che tanto, visto che il camion ti deve portare l'I-phone, e che inquinerebbe lo stesso, fai due piccioni con una fava?
Poi i piccioni li lasci volare e la fava te la fai al vapore a merenda.
Insomma, ognuno fa veramente quello che vuole, nei limiti della decenza e del rispetto per il prossimo, quindi porte aperte. Ma quello che penso, ironia a parte, è che sotto sotto, questi regimi così ristrettivi siano solo varianti di un disturbo assai più diffuso, dove pero' con grandi giri azzeccati, si rende affascinante un pensiero alternativo e originale tanto di moda perché impressiona. Ci si sente forti perché si gestisce un istinto atavico, quello della fame. Perché si controlla il sentimento per il cibo, perché ci si rende asociali con delle scelte incondivisibili. 
Io questa la chiamo anoressia. L'anoressia 2.0, quella che aveva anche Jobs che seguiva per avere un corpo sano e pulito, lo stesso che un cancro al pancreas si è portato via.
Ma sopra ogni cosa, sopra ogni lecita convinzione, sopra ogni scelta di vita, sotto ogni pioggia dorata la domanda essenziale è:
domani il pescivendolo ce li avrà i gamberoni?



1 anguria varietà senza semi
1 melone
frutti rossi
menta
Tagliare una fetta di circa 3/4 cm dalla parte centrale dell'anguria. Ottenere delle biglie dal melone. decorare a piacere con i frutto 







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